23 Dic I disturbi del sonno
Uno dei motivi di consulto più frequenti, quando si lavora con i bambini, sono i disturbi del sonno. Il periodo che va dalla nascita ai tre anni, infatti, è spesso molto difficile da gestire. In alcuni casi mette veramente a dura prova anche i genitori più pazienti. Si potrebbe quasi dire che chi ha inventato la frase “Dorme come un bambino”, probabilmente non ne ha mai avuto uno!
La qualità e le caratteristiche del sonno si evolvono durante l’infanzia. E’ difficile quindi stabilire cosa sia normale. Il quanto dovrebbe dormire un bambino e soprattutto il come (sonno calmo – sonno agitato), sono fattori che cambiano a seconda dell’età e dello sviluppo neurologico.
Senza entrare nello specifico delle tappe dello sviluppo, possiamo già, con questa semplice informazione, individuare alcuni degli “inganni” più comuni che si riscontrano in tema di disturbi del sonno:
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- Delusione delle aspettative dei genitori: come si definisce la normalità? Se prendiamo ad esempio un neonato, il cui orologio biologico è regolato su un ciclo di 25/26 ore (ritmo fetale), è molto facile che “scambi il giorno con la notte“. Questo non vuol dire che sia disturbato ma bisognerà aspettare il secondo mese affinché la comparsa dei cicli circadiani inizi a regolarizzare tutti i suoi ritmi.
- Errore di interpretazione dei segnali del bambino e il conseguente instaurarsi di abitudini sbagliate. Facciamo l’esempio di un bambino più grande, si agita, spinge come se dovesse evacuare, si lamenta ma non si è ancora svegliato (sonno agitato). Il genitore premuroso si avvicina, lo prende in braccio per tranquillizzarlo ma così facendo lo sveglia. Questo atteggiamento interrompe il ritmo e, se perpetuato, può alterare la sua routine fino a compromettere la sua “educazione al sonno”.
- Comparsa di Incubi e Parasonnie. A partire dai nove mesi il bambino prende coscienza di essere un individuo indipendente e inizia a sperimentare il senso della separazione. Se da una parte ciò è fondamentale al fine di costruire una propria identità, dall’altra questo passaggio può essere vissuto con ansia che può palesarsi con la paura di addormentarsi, risvegli multipli e parasonnie.
Quando i problemi relativi al sonno dipendono da uno di questi fattori, basterà attendere la maturazione del sistema nervoso e/o correggere le modalità di intervento per ottenere la risoluzione del disturbo. Capire qual è la normalità non allevierà sicuramente la fatica dei genitori ma influirà positivamente sul senso di frustrazione che accompagna spesso questo periodo.
Quando l’intervento dell’osteopata può essere d’aiuto?
- Disturbi del sonno dovuti ad un’ipereccitabilità fisica e neurologica. Questa può essere legata a esperienze “traumatiche” avvenute nella vita intrauterina, durante il parto o nella prima infanzia. Il SNC è molto sensibile alla pressione fisica, quando questa aumenta può creare un’irritazione del sistema. Ad esempio, per un bambino che ha subito una “compressione” della base cranica al momento del parto, il semplice dormire in posizione supina aumenta il grado di pressione su questa zona già in tensione. Ciò impedirà al bambino di rilassarsi completamente durante la nanna e lo costringerà a continui risvegli per cambiare posizione.
- Disturbi del sonno secondari ad altri problemi, come stipsi, coliche, reflusso, problematiche respiratorie ecc. In un bambino che soffre di reflusso, ad esempio, la posizione supina può aggravare la sintomatologia e non consentire un sonno continuativo.
In questi casi, dopo l’esclusione di patologie importanti da parte del pediatra, l’intervento dell’osteopata può essere di grande aiuto. Con tecniche mirate a migliorare la mobilità delle strutture compresse o con dei trattamenti a supporto dei problemi gastroenterici e respiratori, aiuterà il bambino a trovare maggiore armonia, equilibrio, ottenere un migliore adattamento quindi… una notte serena!
Luisa Miraglia D.O.
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